Decisioni

by Toni Montevidoni Toni Montevidoni Nessun commento

Alberghi ECO, è ora!

Qualche giorno fa mi hanno chiesto di fare un intervento alla conferenza sulla Sostenibilità Rigenerativa come esperto del settore turistico. Un’occasione per raccogliere idee e dati, e ripetermi come un mantra che gli alberghi ECOcompatibili, ora solo un dovere morale!

Come sappiamo il turismo contribuisce al 5% delle emissioni di gas serra a livello globale ed il Cambridge Institute for Sustainability Leadership ci spiega che questa cifra salirà del 130% da qui al 2035!

Se buttiamo un occhio su Trend del settore, ci rendiamo conto che

  • per adeguarsi a quanto stabilito dall’Accordo di Parigi sul clima, l’industria alberghiera dovrebbe ridurre l’emissione di gas serra del 90% entro il 2050 (in base ai parametri del 2010).
  • Negli ultimi cinque anni, l’industria alberghiera di tutto il mondo è cresciuta del 2,3% raggiungendo un fatturato globale di più di 1.280 miliardi di euro nel 2018 (IBISWorld, 2018). 
  • Al ritmo attuale, ci saranno più di 80.000 nuovi hotel prima del 2050. Immaginate il conseguente consumo di suolo previsto!
Del resto abbiamo da anni delle Buone Pratiche a costo zero:
  • Diminuire degli sprechi alimentari. Utilizzando, per esempio, cibo prodotto sul posto, con prodotti a chilometro zero, e intervenendo sulle abitudini sociali per assicurarsi che gli sprechi di cibo siano considerati inaccettabili (Benjamin Lephilibert, HYB2018).
  • Ridurre al minimo necessario il consumo di acqua nelle camere di hotel. Oltre a incoraggiare gli ospiti a usare l’acqua (e gli asciugamani) in modo responsabile, alcune strutture stanno introducendo innovazioni come ad esempio docce che recuperano e filtrano l’acqua utilizzata (Inge Huijbrechts, HYB2018).
  • Eliminare la plastica. Il passo successivo al riciclo è proprio quello di fare a meno dei prodotti di plastica monouso. Questo aiuterebbe molto a limitare la gigantesca quantità di rifiuti che deriva dalla loro realizzazione e dal loro smaltimento. Liberarsi della plastica di bottiglie e buste sarebbe un buon punto di partenza (Jeanne Varney, HYB2020).
  • Diminuire il consumo di energia. Questo “metodo economicamente sostenibile” è efficace e facile da mettere in pratica. Basterebbe, per esempio, rimodellare l’esperienza dell’ospite e chiedergli un comportamento un po’ più flessibile. Ad esempio si potrebbero sostituire il minifrigo e la macchina del caffè di ciascuna stanza con un’area comune in cui queste comodità sono a disposizione di tutti (Christopher Warren, HYB2020).
  • Creare hotel senza carta. Si tratta di un compito reso molto semplice dai gestionali, che semplificano le operazioni e velocizzano le operazioni, e ridurrebbe anche le emissioni di CO2 (Terence Ronson, HYB2018).

Cornell Hotel Sustainability Benchmarking (CHSB) 17.000 Hotel nel 2019
E non dimentichiamo Buone pratiche sugli investimenti:
  • Favorire la mobilità elettrica con colonnine di ricarica
  • Uso di tecnologia AAA
  • Integrare la sostenibilità nell’architettura dell’hotel. Nella costruzione di nuove strutture è stato proposto un nuovo approccio, il “concetto dei tre zero”: usare manodopera e materiali di costruzione del posto (chilometro zero), prestare attenzione a una corretta gestione energetica e alla riduzione delle emissioni (zero CO2) e introdurre il concetto di ciclo vitale nelle tecniche di costruzione (zero rifiuti) (Matteo Thun, HYB2020).
  • Gestione efficiente degli spostamenti nella destinazione con accordi tra associazioni degli albergatori e le istituzioni locali.

Ma, a ben vedere, tutto ciò lo sapevamo già!
Per molti operatori del settore è solo da decidere quando si dovranno fare certi investimenti, e soprattutto quando il mercato sarà pronto.

Cosa ci ha insegnato il COVID
  • Consapevolezza dell’impatto delle attività umane sugli ecosistemi
  • Abbiamo riscoperto la bellezza dell’Italia per le nostre vacanze
  • Maggior interesse a sostenere le economie locali
  • Maggior sensibilità all’ecocompatibilità durante il soggiorno
  • Maggiore attenzione alle procedure per gestire piscina, bar, room service, breakfast, housekeeping, touch points, check in on line
  • Albergatori più attenti alla reputazione (impatto medio-lungo)
  • Maggiori flussi in montagna (contattato con la natura, aria pura, limiti di carico di sentieri/rifugi/ambienti naturali
  • Over tourism persino in luoghi (prima) sconosciuti ai più
Come cambiano gli stili di viaggio
  • Nel 2020 1,6 miliardi di viaggi ecologici (UNWTO)
  • il 66% degli intervistati in tutto il mondo  (l’11% in più rispetto all’anno precedente) sarebbe “disposto a pagare di più per prodotti e servizi di aziende che mostrano attenzione all’impatto sociale e ambientale della loro attività” (Nielsen, 2015).
  • due terzi delle persone che partono in vacanza accetterebbero “compromessi sul proprio stile di vita per proteggere l’ambiente” (TUI, 2017)

Ma allora il mercato è già PRONTO!!!
Ed io che ho ancora i monouso in bagno….?!

Albergatore ignaro

Tanto è vero che le grandi catene alberghiere si stanno muovendo in questa direzione da decenni, e siamo già all’identificazione di standard unitari.

IlGlobal Sustainable Tourism Council (GSTC), che gestisce gli standard globali per il viaggio e il turismo sostenibile, ha creato una serie di indicatori e norme per il settore per “trovare un’intesa sul turismo sostenibile”. L’idea è quella di armonizzare tutti i criteri già presenti nei programmi di certificazione di molti hotel verdi, come Green Key, Green Star Hotel Certificate, ecc

In Italia, ci stiamo pure mettendo i soldi (che ci ha dato l’Europa!)

  • Dal 2016, grazie alla Legge 132 nasce il SNPA-Sistema Nazionale di Protezione Ambientale
  • Nel 2019 abbiamo avuto 52 Km2 Consumo di Suolo netto
  • Legge di Bilancio commi 14 e 15 20,8 Miliardi (tra il 2020 ed il 2034) per
    • Economia circolare
    • De-carbonizzare
    • Riduzione CO2
    • Riduzione Impatto sociale
    • Consumo suolo Netto = Zero
Forse una fiche è il caso di puntarcela. Che ne dici 😉 ?
by Toni Montevidoni Toni Montevidoni Nessun commento

Quali competenze emotive hai?

Abbiamo sentito parlare mille volte di intelligenza emotiva, di quanto sia rilevante anche rispetto al quoziente intellettivo, ma se ci dovessero chiedere: “Quali competenze emotive hai”, cosa saremmo in grado di rispondere??

Credo siamo tutti d’accordo sul fatto che, per saper gestire ed eventualmente sviluppare le competenze che ruotano intorno alle nostre emozioni, dovremmo almeno conoscerle, no?!

Sappiamo che le emozioni possono influenzare tutto: le nostre decisioni, lo stile comunicativo e di leadership, la modalità con cui risolviamo i problemi o affrontiamo le situazioni avverse. Ci lamentiamo dei social network perché ci influenzano nelle scelte, e non siamo neanche consapevoli dei “network emotivi” che spesso ci sovrastano al nostro interno!
Anzi potremmo anche dire che, quando ci chiedono cosa proviamo, spesso confondiamo la gelosia con l’invidia, la rabbia con l’ansia, l’entusiasmo con la serenità, oppure non sappiamo neanche nominare l’emozione che stiamo provando.

Ma veniamo al dunque: quali e quante sono le competenze emotive?

Ecco il Modello a 4 Quadranti delle 26 competenze emotive e socio-relazionali elaborato da Laura Belsten dell’Institute for Social and Emotional Intelligence:

Vederle scritte ed organizzate fa il bell’effetto, vero!? Quando hai in mano una mappa è più facile orientarsi, su questo non c’è dubbio.

Ma andiamo con ordine. Intanto abbiamo una lista di ben 26 competenze, ovvero la più completa che sia mai stata stilata. Puoi cominciare a leggere per colonna se vuoi analizzare le competenze che riguardano te stesso/a o gli altri, oppure leggere le righe in orizzontale focalizzandoti sulle competenze relative alla consapevolezza o alla gestione, di te stesso/a o degli altri.

Bene!
Hai dato un’occhiata?
Hai già trovato delle competenze in cui riconosci i tuoi cavalli di battaglia ed altre che, solo a leggerle, ti nasce un profondo senso di inadeguatezza?
Ottimo! Sei nel posto giusto per far crescere le competenze emotive-relazionali, tue e quelle dei tuoi collaboratori.

Avremo modo di approfondire le caratteristiche comportamentali di chi ha queste competenze ed anche di chi non le ha ancora sviluppate, con tool specifici per allenarle.

Intanto, se non riesci a resistere, puoi iniziare a lavorarci dandoti un numero da 1 (basso) a 15 (alto) per ciascuna competenza e vedere cosa viene fuori.
Clicca qui se vuoi conoscere cos’è il SEIP® – Social Emotional Intelligence Profile. Un nostro coach certificato ti accompagnerà nella tua autovalutazione o nella valutazione dei tuoi collaboratori.

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